Ho trovato me stesso.
Riflesso nello specchio
infinito, scintillante,
sto, curvo, ravvolto di fumo
e non so nemmen più
se proprio quella è un'illusione
o sono io invece
la sua immagine vuota.
Tanto brusio mi si muove intorno,
ma le forme sprofondano
nell'atmosfera di cristallo,
si velano di tutta la sua luce
e son tanto lontane
che non le sento più.
Sono solo, ricurvo,
e non soffro più nulla.
Laggiù, forse,
a quel me stesso più pallido
l'anima trema
di non so che dolore.
Io non soffro più nulla.
Vedo me stesso e gli altri
contorcersi febbrili,
dentro quel cielo splendido.
30 aprile 1928, Cesare Pavese
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Complimenti mi piace il tuo blog, e l'idea credo di "postare" poesie inerenti al proprio stato d'animo. Tornerò a farti visita sicuramente.
Posta un commento